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Nel "mondo di Rina" non è difficile entrare. È lei stessa a spalancarti le porte con la sua poesia, e anzi con lo stesso "modo di essere" della sua poesia, quello che altrimenti rimarrebbe patrimonio esclusivo della sua persona, mistero dell'io "unico e irripetibile". La solitudine di Rina è fatta di "segrete riflessioni"; di notti insonni visitate da fantasmi della memoria e da sogni di resurrezioni; di soliloqui diurni rivolti a piante, fiori, paesaggi di verde o di mare, stagioni, nuvole; di dialoghi che raggiungono amici prossimi o lontani, annullando, almeno per qualche momento, le distanze stabilite dal tempo e dalla morte; di un ininterrotto colloquio amoroso con un tu sempre presente pur nell'assenza imposta dal congedo definitivo. L'interiorità di Rina è animata di slanci, di curiosità, di desideri; tormentata, anche, da amarezze e incomprensioni, da dedizioni affettive malamente o parzialmente corrisposte da altri; è turbata, anche, da attese e interrogativi. Nel passato e nel presente vissuti da Rina c'è la realtà di una donna sensibile, colta e appassionata, che ha il dono di sapersi riempire la vita di bellezza e di umanità.